domenica 2 marzo 2008

Grillo e il voto come atto impuro.

Quando ero piccola i preti del catechismo usavano dire  che non bisogna commettere atti impuri. Anche adesso, in realta',  i preti continuano a mettere il naso dove non dovrebbero, ma questa e' un'altra faccenda.  Quando ero piccola le bambine come me, cresciute a cappuccetto rosso, biancaneve e cenerentole varie non erano certo in grado di sapere cosa esattamente  fossero gli atti impuri, ne' perche' fossero impuri. Quel che era chiaro era che bisognava astenersene per preservare non meglio identificate virtu'. 

Oggigiorno   in Italia c'abbiamo  le elezioni alle porte. E c'abbiamo anche Grillo, Celentano e compagnia cantante. I virtuosi che partono sempre lancia in resta a combattere contro i mali italici, non sensa un ritorno d'immagine ( e mi limito a quello)  notevole e del tutto gratuito. Promuovono l' astensione dal voto, contro la casta, dicono. E ne fanno una questione di virtu'. Il non voto come antidoto allo sfacelo di cui tutti sono pronti a giurarsi stufi  e arcistufi; l' astensione come vessillo di coerenza senza se e senza ma.

La storia delle virtu' non mi convinceva allora e continua a non convincermi adesso. Non capisco proprio come la mia rinuncia al voto, che e' un mio diritto (oltre che un mio dovere: sono fuori moda, vero?) contribuisca ad eliminare la casta e rifondare la politica. Suona un po' come la storiella del marito che si castra per fare dispetto alla moglie. Non e' forse vero che in barba agli appelli per le liste pulite Casini se ne va in giro a parlare di difesa della famiglia insieme a Toto' Cuffaro, prossimo capolista per il Senato in Sicilia, mentre un Lombardo viene candidato come governatore della regione? O pensano forse i Grillo e i Celentano con la loro corte di topolini del pifferaio magico, che per merito della loro astensione  i Cuffaro, i Lombardo,  i Mastella, i Berlusconi, i dell' Utri si volatilizzeranno di colpo? Oppure immaginano che come d' incanto in parlamento siederanno solo premi Nobel, invece di mangiatori di mortadella con occhiali da sole e veline che non sanno neanche dove si trova il Darfur? Vogliono veramente lasciar loro tutte le iniziative?

 Io il 13 aprile andro' a votare. L' astensione se la mettano loro dove ben sanno.

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