lunedì 16 giugno 2008

Il santo del giorno

Venerdi’ mi chiama mia madre. Mi dice che e’stata a messa e ha ringraziato il Santo. E’ il 13, giorno di sant’Antonio, e me ne sono del tutto dimenticata. Mi dice anche che dovrei farlo anch’io, ringraziarlo, s’intende. Lo fa con quella sua aria di rimprovero che puoi avvertire sempre nella sua voce quando si parla di cose di chiesa, preghiere, santi, papi, preti, devozioni e affini. A sentire la mia mamma sono stata miracolata dal Santo, moltissimi anni fa.

Siamo a una fiera in paese, uno di quei paesi dove i santi riempiono le chiese di vecchiette e il cibo profuma ancora di offerte agli dei, e io ho solo un paio d’anni. Mia madre sta pagando qualcosa che ha comprato alla bancarella, e io sparisco. Mi cercano in mezzo alla folla per un bel pezzo. Una prece al Santo e mi ritrovano ad una certa distanza, un po’intontita, ma a posto. Racconto che un signore mi ha preso per mano, ma nulla di piu’.  L’indomani mio padre apre il giornale e legge sulla cronaca locale che il giorno prima un bambino poco piu’grande di me e’ stato ucciso da uno squilibrato, proprio nella stessa zona dove io ero misteriosamente sparita. Da quel giorno inizia una tradizione odiosissima, durata fino alla morte di mio padre. Quella del pellegrinaggio al paese del fattaccio, il giorno di sant’Antonio, tutti i santissimi anni. Perche’ovviamente e’stato Lui, il Santo, ad impedire il mio omicidio efferato. Il fatto che ci sia andato di mezzo un altro bimbo non fa sorgere a nessuno, tranne che a me, il dubbio che Lui, il Santo, non c’entri per niente.  Che si’, insomma, un santo non farebbe mai ammazzare un bimbo per salvarne un altro.  La mia obiezione solleva sempre cipigli e mi causa occhiatacce, ma lascia i miei del tutto irremovibili.

Nel frattempo io continuo a sviluppare fortissimi anticorpi verso tutto quel che odora di chiesa e pellegrinaggi. Ma anche dopo 40 anni dal fattaccio la telefonata arriva puntuale. Immancabilmente.

 A mia madre avrei voluto dire tante cose, lo scorso venerdi’: che se i santi funzionassero veramente non non ci sarebbero le guerre; e i bambini non verrebbero stuprati persino dai preti; e non si morirebbe di lavoro; e Bush non andrebbe in visita dal papa e se anche solo ci provasse non ne verrebbe ricevuto; e Berlusconi non lo ammazzerebbe nessuno, ma finirebbe almeno in galera, e probabilmente in buona e numerosa compagnia; e gli amici dei mafiosi non siederebbero in parlamento; e i celoduristi farebbero al massimo film porno; e gay, mussulmani e rom non sarebbero discriminati; e insomma che tutti ci sentiremmo molto piu’civili e felici.   

Ma non le ho detto nulla, tanto tutte queste cose le sa benissimo anche lei. E in fondo il mondo che piacerebbe a me non e’ poi molto diverso da quello che piacerebbe a lei.  

3 commenti:

  1. POTREMMO FARE UN CLUB! ANCHE MIA MADRE FIN DALL'ADOLESCENZA MI RICORDA CHE CHI NON E' "SELVATICO" DEVE ANDARE A MESSA.

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  2. tenera angelina, che bello leggerti!!!

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