sabato 14 febbraio 2009

Il dentifricio del premier

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Una volta, quando ero piccola, forse 4-5 anni, rimasi affascinata da una pubblicita’ che avevo visto in TV. Si trattava dello spot per un noto dentifricio, quello dei fiori che uscivano dal sorriso smagliante appena spazzolato. Cosi' mia madre mi trovo’ che facevo la prova davanti allo specchio, e vista la mia delusione dovette spiegarmi che quel che avevo visto era solo una pubblicita’, e che nella vita reale i fiori non escono dalla bocca quando ci si lava i denti.

Qualche giorno fa il premier si e’ mostrato molto infastidito, per usare un eufemismo, dal fatto che il suo decreto fosse stato bocciato. L’abbiamo visto benissimo in TV. Precedentemente, il presidente Napolitano aveva palesato la sua intenzione di non firmare il decreto in una lettera al consiglio dei ministri, e Berlusconi aveva detto, testualmente: “Dico subito che se non ci fosse la possibilita’di usare, sotto la responsabilita’ e il giudizio del governo, della decretazione d’urgenza io ritornerei dal popolo a chiedere un cambiamento della costituzione, a chiedere anche un cambiameno del governo. Se il capo dello stato, caricandosi di questa responsabilita’ nei confronti di una vita, dovesse decidere, perseverasse nella sua decisione, di non firmare la presentazione al parlamento di questo decreto legge noi inviteremo immediatamente il parlamento a riunirsi ad horas e ad approvare in pochissimo tempo, due o tre giorni, una legge che anticipasse quella legge che e’ gia’ nell’itinerario legislativo e cioe’ la legge che contiene questa norma”.

Ora, a meno che il premier non ci dia a bere che quel che e' uscito dalla sua stessa bocca era in realta' il parto della fantasia di un fumettista esterno alla sua persona, e visto che e' passato moltissimo tempo da quando avevamo 5 anni , possiamo senza dubbio concludere quanto segue: lui voleva dire esattamente quel che ha detto, e noi l' abbiamo visto e sentito benissimo, e non abbiamo frainteso alcunche'. E siamo persino in grado, di tradurre in soldoni quel che ha detto, nel caso che il significato della sua tirata fosse incomprensibile a qualcuno dei suoi impavidi seguaci: il governo puo’ usare la decretazione d’urgenza come meglio crede, dunque non metterti in testa di fermare questo decreto altrimenti io cambio la costituzione. Bada che se non firmi e’ a te che daranno la colpa della morte di Eluana, ed io costringero’comunque il parlamento ad approvare questa norma.

Non ho contato quanti articoli della costituzione mettesse in conto di violare quando ha pronunciato queste parole, ma sono parecchi. E non entro neanche nel merito di questa assurda norma, perche' mi si accappona la pelle solo a pensare di poter diventare un giorno un morto vivente a tempo indeterminato come nella migliore tradizione horror, e per giunta con gli auspici dei sottanoni e di quelli che pretendono di fermare le ambulanze invece di fare magari qualcosa di piu' utile per la societa'.

Voglio solo ribadire: abbiamo visto e sentito benissimo, e ormai non abbiamo piu' l' eta' per non distinguere la realta' dalla fantasia. Sono anni che dice che non lo lasciano lavorare, che vuole il presidenzialismo a modo suo, e che il parlamento fa quel che dice lui, e sono anni che non perde occasione di attaccare la presidenza della repubblica. Stavolta gli e' andata male, gli eventi sono precipitati, aveva calcolato male i tempi, e ha avuto poco tempo per tentare di gettare discredito su Napolitano. Ma intanto continua a lavorarsi l' opinione pubblica, conscio del fatto che una menzogna ripetuta all'infinito diventa presto una verita', e che se si mette in evidenza un difetto dicendo che e' un pregio si trova sempre qualcuno disposto a crederci, un po' come all'eleganza di certa sedicente alta moda. “Ne’ io ne’ il governo abbiamo mai inteso attaccare chicchessia”, ha detto, “quanto alla costituzione, io non l’ho attaccata, l’ho addirittura evocata in questa situazione e l’ho difesa in quelle che sono le sue parole precise che danno al governo, per quanto riguarda l’urgenza e la necessita’, la piena responsabilita’ di giudizio”. E conclude con la solita tiritera delle mistificazioni della sinistra. Scalfaro ha commentato parlando di ignoranza. Ma lui e' un signore. Io aggiungerei almeno la malafede. Nonche' una incorreggibile tendenza all'eversione. Del resto il presidente del consiglio ha avuto un buon maestro, nella selezionatissima sezione P, classe 2. Ci tornera' sopra, ovviamente. E ragionandoci a freddo possiamo anche prevedere che finche' non sara' sicuro di avere preparato il terreno per benino, e di avere dalla sua l'opinione pubblica ormai completamente addomesticata, avremo sicuramente molte altre occasioni di risentire che lui non ha detto quel che ha detto e che l'hanno frainteso, e noi tireremo l'ennesimo sospiro di sollievo.

Pero' ragionando con la pancia questa volta ho l'impressione spiacevolissima che l'asticella delle cattive intenzioni si sia alzata troppo, e che se non faremo qualcosa subito la pagheremo tutti amaramente.

P.S. Ho appena letto questo sul sito del Corriere:

PALERMO - Renato Schifani interviene nel dibattito sulla Costituzione. «Ritengo che i valori contenuti nella prima parte siano immodificabili e nessuna parte politica ha mai pensato di intervenire - ha spiegato il presidente del Senato -, ma sulla seconda parte da 10 anni c'è un dibattito. Credo che questa legislatura, con calma e col massimo del consenso possa fare un buon lavoro» ha sottolineato ancora Schifani a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar Sicilia. «Da dieci anni - ha aggiunto - si parla della modernizzazione della Costituzione, della riduzione del numero di parlamentari, dell'abolizione del bicameralismo, di dare più potere al premier, del presidenzialismo e di un sistema legislativo più vicino alle esigenze del cittadino».

14 febbraio 2009

c.v.d.

angelina

3 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo con te.

    Hrubesh

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  2. Quoto in pieno...e aggungo un pajo di cosette:

    1) Il nostro giovane premier si può permettere di dire tutto ed il contrario di tuutto grazie alla memoria nulla del telepopolo italiano.

    2) Oggi ho riletto il piano di gelli...ecco...stanno facendo peggio.

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