lunedì 23 marzo 2009

Modulo 32

Testo esplicativo per il votante.

Lei e' iscritto nei registri dell' amministrazione comunale di questo comune come cittadino con cittadinanza di un altro Stato membro dell' Unione Europea. Su tale base, alle prossime elezioni dei membri del Parlamento europeo ha la possibilita' di scegliere se partecipare alle elezioni nei Paesi Bassi o nello Stato membro di cui e' cittadino.

Inizia cosi' il testo sul foglietto esplicativo allegato al modulo 32 che ho appena ricevuto. Se decido di votare per gli olandesi devo rispedire il modulo riempito con i miei dati almeno 40 giorni prima della data delle elezioni. Se decido di votare per gli italiani mi tengo il modulo e non faccio nulla.

Ci sto pensando seriamente. In fondo qui la parola "sinistra" non e' una parolaccia. Esiste una tutela del lavoro degna di questo nome. Nessuno si sogna di disturbare il giornalismo indipendente. Nessuno offende la magistratura, o la regina, o il parlamento. I politici non sono dei pluri-inquisiti e neanche dei condannati. I mega-stipendi e le auto blu sono un'eccezione. Alcuni super-dirigenti guadagnano piu' del primo ministro, ma questo viene considerato scandaloso, e se ne parla. I giornalisti non sono addomesticati, anzi: direi che non fanno sconti a nessuno. Ok, qui hanno anche quel bel tomo di Wilders, in ascesa (purtroppo) nei sondaggi: se si votasse ora prenderebbe molti voti. Ma e' solo uno stronzo con manie di protagonismo, e gli olandesi non sono mica imbecilli; lo terranno a bada. Anche qui, poi, hanno un bel po' di criminali incalliti, ma a differenza che nel nostro bel paese questi soggetti non hanno il sostegno delle societa', e non condizionano il voto.

A scanso di equivoci: non sputo nel piatto che mi ha dato da mangiare fino a 30 e passa anni, ci mancherebbe. Ma sono consapevole del fatto che l'impressione che dell'Italia ha il resto del mondo non e' delle migliori, e che salvando il cibo, il clima e la moda, degli elementi che caratterizzano l'italianita' di fronte al resto del mondo restano, purtroppo, solo la mafia (oggetto della domanda n.1 proferita da TUTTI i non italiani in TUTTI i paesi che ho visitato) e il machismo. Ultimamente si sono aggiunti il razzismo e il Papa. Quel che sento in giro sul mio paese mi ferisce. Ma so che e' tutto vero.

Chi passa di qui ogni tanto lo sa: non sono certo una ammiratrice di Berlusconi. Ma non occorre essere dei fini politologi per vedere che la responsabilita' del suo successo non e' mica tutta sua. La SINISTRA, quella cosa che nel corso degli ultimi vent'anni e sotto differenti denominazioni ho sempre votato, non c'e' piu'. Brilla per la sua assenza, e quando fa mostra di se preferisce parlare di liberta' di coscienza. A ben vedere non sono neanche una estremista. O almeno, non ritengo che parlare di contratti equi, diritto alla maternita', tutela del lavoro, pensioni rispettabili, primato delle scuole pubbliche, promozione della ricerca scientifica, lotta all'evasione fiscale, integrazione degli extracomunitari, stato laico, rispetto delle istituzioni, etc.,  sia sinonimo di estremismo. A conti fatti, sono anni, ormai, che si fa fatica a sentire "qualcosa di sinistra". E francamente io mi sono stufata. Mi sono stufata anche di continuare a credere in un paese che mi rende difficile sostenere lo sguardo di un interlocutore simpatico, con il quale, di fronte a un bel bicchiere di birra, dovrei poter parlare senza problemi del piu' e del meno. Perche' se il discorso cade sull'Italia conosco gia' a memoria il copione della conversazione.

E' difficile da spiegare. Io ho sempre votato. Sono stata una delle tante persone, cosi' carinamente apostrofate dal premier, che hanno messo una pezza alle penultime elezioni politiche, quelle vinte da Prodi. Ho caparbiamente voluto credere in questa cosa, la "sinistra", anche se sapevo che era ormai una definizione abusata e pressocche' priva di senso, dicendomi che se la votavamo in tanti voleva dire che non era poi detta l'ultima parola, che in fondo esiste un paese sano, sotto sotto, pronto a riprendersi la sua liberta', la sua dignita'. E che bisognava giocarsela tutta.

Noi "coglioni" ci siamo, siamo sempre stati li' e continuiamo ad esserci. Eppure e' come se non esistessimo, come se fossimo una specie in via di estinzione. Come se la nostra idea di normalita' fosse una specie di sogno personalissimo, del tutto scollegato dalla realta', una cosa da raccontare all'analista in privato, senza fargli troppa pubblicita', del genere dei panni sporchi che si lavano in casa.  E cosi' tutte le volte che da Oltretevere blaterano rovinandoci anche il primo caffe' della giornata, da questa parte, la NOSTRA parte, non si sente fiatare. Qualche anno fa un referendum e' miseramente fallito, e non abbiamo visto nessuno, se non a titolo personale, schierarsi e dire  e fare quello che andava detto e fatto. Silenzio. Piu' recentemente e' spirato in silenzio anche il progetto sui DICO. Ancora piu' recentemente l'obiezione di coscienza ha scoperto la pillola del giorno dopo, un farmaco da banco in molti paesi europei. Poi abbiamo perso le elezioni, miseramente. L'altroieri abbiamo sentito dire che morire in maniera dignitosa non e' un diritto, e che le sentenze della magistratura non valgono nulla. Ancora silenzio della nostra parte. Il premier ha un preciso disegno in mente, quello suggeritogli molti anni fa da un tizio poi finito in galera per eversione, e oggi fuori, quando non in TV. E' notorio ed e' evidente che deve ancora risolvere qualche faccenduola pendente. Spesso fa il diavolo a quattro, specialmente quando ha esaurito le barzellette e i pochi media che non gli appartengono hanno l'impudenza di dare una grattatina alla nostra memoria. Ma la nostra parte si affretta a dire che l'antiberlusconismo non esiste, come se fosse quello il problema. La gente non arriva a fine mese mentre confindustria strepita che le imprese non ricevono abbastanza soldini, e la nostra parte praticamente zitta.

Non so cosa combinera' Franceschini, non vorrei sembrare scettica ad oltranza, ma mi fa la stessa impressione dei cucciolotti quando tenti di riappropriarti della pantofola che stanno facendo a pezzi: ringhiano furiosamente, neanche fossero dei molossi pericolosissimi. 

Continuo a non considerare il Tonino nazionale come una possibile alternativa.

Queste elezioni saranno la prima occasione di far vedere che ci siamo ancora, nonostante la vocazione suicida di quel che resta della sinistra. Ma sono anche il biglietto da visita che presentiamo all'Europa. E francamente non ho voglia di specarlo.

5 commenti:

  1. Angelina, condivido tutto quello che scrivi, dalla prima riga all'ultima. La sinistra non esiste più, è diventata una parolaccia. Uolter e compania bella hanno trasformato l'ultimo partito di centro-sinistra in un partito di centro-nulla. La P2 è in entrambi gli schieramenti, e manovra nemmeno tanto nell'ombra (negli anni 80 erano per lo meno più discreti).

    La sinistra extraparlamentare (magari fosse quella degli anni '70) è spaccata in una galassia di orti ed orticelli, fatta di piccole baronie e bacini elettorali.

    Manca una forza socialista vera, una forza laica che non scenda a patti col vaticANO per una manciata di voti. Manca il socialismo di Nenni e Pertini.
    In Italia la parola socialista è stata infangata da una banda di ladroni che, escluso il capo, sono sempre li'. Il PCI è morto con Berlinguer....

    Non votare è una follia, votare quei dementi lo è altrettanto...io sto alla finestra...deciderò sul momento. Te che puoi, vota in Olanda.

    RispondiElimina
  2. il vaticANO? :-P

    penso proprio che mi decidero'per gli olandesi, a meno di immediati miracoli italiani

    RispondiElimina
  3. I miracoli li fa solo il capo del vecchio vestito da Saruman...e se li fa sicuramente non ajuta i suoi avversari...bella scelta!

    RispondiElimina
  4. beata te, angelina, col tuo dilemma !!
    noi qua.. :-(
    IDV non è affatto di sinistra ma pare l'unica ad avere chiaro il concetto di opposizione..

    RispondiElimina