venerdì 10 ottobre 2008

Il contratto.

Oggi voglio raccontare una storia, la mia storia lavorativa. Comincio da ieri, e non dall’inizio, perche’ ieri ho avuto conferma che dal mese prossimo avro’ un contratto a tempo indeterminato all’universita’. Ho lavorato qui per tre anni, con un primo contratto di un anno, e un secondo di altri due, per il quale ho pure chiesto e ottenuto un miglioramento di qualifica, con relativo aumento di stipendio.Avrebbero anche potuto dirmi: “il suo contratto e’scaduto, ci dispiace...”, e invece no, il contratto diventa permanente.Ovviamente non in Italia. Intendiamoci: io non mi considero un cervello in fuga, e probabilmente sarei comunque finita all’estero da qualche parte. Nel mio campo e’ anche abbastanza normale. E poi mi piace viaggiare, e mi piace vivere dove vivo, anche se il caffe’ fa schifo, e il clima e’ freddino. Non sono una incline alle lamentazioni. Ma se anche questo lavoro avessi voluto farlo in Italia non avrei potuto. Perche’, semplicemente, in Italia sarebbe stato e sarebbe ancora IMPOSSIBILE. E non parlo soltanto di avere il mitico posto fisso, che non e’ mai stata un’ambizione, per me. Parlo di quella condizione, normale in altri paesi, per cui se studi, ti impegni un minimo, e sei motivato, hai la possibilita’ di lavorare e fare anche il lavoro che ti piace fare, e tutto, guarda un po’, senza fare da portaborse a nessuno neanche per un giorno, e perfino senza leccare il sedere a nessuno. Anzi, senza neppure essere chissa’ quale genio da premio Nobel. Io, per fare un esempio, NON mi sono laureata con il massimo dei voti, e NON ho neanche un PhD (il dottorato italiano). Alcuni miei cari amici, molto piu’ in gamba di me, e con PhD conseguiti in prestigiose universita’ europee o negli USA, in Italia annaspano tra un contrattino di sei mesi e una collaborazione ogni tanto. Hanno deciso di  non diventare informatori scientifici o lavoratori di call center, perche’ loro amano la ricerca. Sono quelli che in Italia tengono su i laboratori, loro. Senza di loro la ricerca italiana morirebbe. Io sono “solo” un tecnico ricercatore. Dunque ho meno responsabilita’, anche se lavoro ad un progetto tutto mio. Evidentemente l’esperienza maturata prima della laurea in Italia, e dopo la laurea all’estero vale qualcosa, fuori dai confini nazionali. E’ questione di fondi per la ricerca, certo: in Italia per la ricerca non si spende nulla, e questa e’ un’autentica vergogna nazionale. Ma il problema non e’ mica solo quello: l’Italia e’ TUTTA precaria, e va sempre peggio. E io questa cosa non la capisco mica. Non capisco, per fare un esempio, perche’ i miei amici che lavorano nella pubblica amministrazione nonche’ tutti i loro colleghi siano precari. Trent’anni fa non era cosi’. Non capisco perche’ la mia amica architetto debba essere pagata solo molti mesi dopo avere consegnato il progetto, ammesso che venga pagata.

Non capisco perche’ in Italia sia possibile che un contratto di collaborazione a tempo determinato possa essere rinnovato in pratica in eterno senza che metta radici nelle coscenze il concetto che chi lavora DEVE essere tutelato perche’ ha dei diritti. Tra i quali quello di essere pagato in proporzione alla quantita’ e qualita’ del lavoro prestato, come recita la Costituzione.

Buona giornata

Angelina 

20 commenti:

  1. sto per vivere questo tremendo dilemma: mio figlio (triennale con 110 e lode) sta per terminare la specializzazione (si laureerà a giugno); ora accade che la prof che l'ha seguito gli ha fatto balenare l'ipotesi di un dottorato. Si......ma poi?!? Fino a 40 anni, ad aspettare la morte di qualche barone per salire tutti uno scalino? Oppure prendere su armi e bagagli ed emigrare?!? Personalmente non mi dispiacerebbe se facesse un'esperienza all'estero, questo per due motivi : il primo è che la ritengo moooooolto formativo e non solo professionalmente; il secondo è che secondo me l'italia è un paese avviato verso il definitivo declino.

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  2. È del tutto credibile che tu possa raccontare tutto questo vivendo fuori dall'Italia.
    Alcuni miei amici hanno abbandonato per lungo tempo l'Italia quando si sono visti offrire un impiego in Inghilterra da 2500 euro equivalenti al mese più casa e macchina (al colloquio erano rimasti ammutoliti) mentre qua guadagnavano 300 euro al mese...
    Un altro mio amico ha smesso coi contrattini da 500 euro al mese nel nord Italia e ora lavora ai cantieri della nuova linea della metro di Barcellona, con posizione di rilievo dopo appena un anno.
    Una mia amica che lavora nel restauro si è vista offrire qui un tirocinio da un mese a 350€....
    Quanto a me dopo il mancato dottorato in Canada sto tentando la carriera internazionale.
    Non c'è niente da fare: via da qui.

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  3. Caro Uno,

    condivido, l'esperienza all'estero e' molto formativa, sotto tutti i punti di vista. Non so se il declino dell'Italia sia definitivo, a volte mi sembra di si', anche se ovviamente non me lo auguro. Ma se mi posso permettere un consiglio, io sonderei con la prof la possibilita' di svolgere almeno parte del periodo di dottorato all'estero. L'altra possibilita' e' ovviamente quella di "fare da se": i bandi per i dottorati si trovano sui siti internet delle universita' o di organizzazioni legate alla ricerca (per es. fondazioni per la ricerca su...); visto che in altri paesi (e cito la Spagna e l'Olanda, casi dei quali sono assolutamente sicura) si accede al dottorato per titoli si puo'sempre provare (in Italia bisogna fare un esame, il che vuol dire, in genere, far parte della "corte"di questo o quel prof. Inoltre i posti sono molti di meno che altrove). Mandare un curriculum via email con una bella letterina di autopresentazione, spiegando che si e' interessati a quel determinato campo non costa nulla, e a volte funziona. Se poi qualcuno e' interessato, rispondera' in tempi rapidi (entro un paio di settimane al massimo, da quel che vedo qui) e fissera' un appuntamento con il candidato. :-)

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  4. Purtroppo condivido anche io le fatiche della tua amica architetto.
    Condivido anche la soluzione di Altrove e la preoccupazione di Unodicinque.
    Anche io sto progettando un trasferimento oltre oceano.
    Ci sto lavorando da qualche tempo.
    Forse l'anno prossimo punterò un piedino e spero nel giro di tre/quattro anni di essermi lasciata tutto alle spalle.
    L'italia è veramente destinata ad invecchiare nei sui privilegi di casta.
    Quando non ci sarà più nessuno, alla base della piramide, che avrà voglia e/o possibilità di lavorare, dove finiranno i loro privilegi?
    Tutto nel cestino della carta straccia, come per le azioni della Parmalat, della Cirio e quant'altro... perchè di sicuro ne verranno fuori altre di beghe...
    Esserina

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  5. Probabilmente abbiamo la stessa laurea, e più o meno la stessa la età, la stessa voglia di viaggiare, e , almeno in principio, la stessa voglia dell'esperienza all'estero.... Poi, io mi sono arenato a far l' ISF per una grossa multinazionale da un paio d'anni, non che me ne lamenti, tutt'altro, però l'estero?? ..è andato a farsi benedire?!
    In bocca al lupo! ..davvero!

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  6. Per Altrove ed Esserina: in bocca al lupo!
    Per Giuseppe: anche io a suo tempo ho sondato l'ambiente (nel mio caso si trattava di fare il monitor di saggi clinici), ma onestamente non mi e' piaciuto tanto, e gli ho preferito un'esperienza fuori (della quale non mi sono mai pentita). Mi avevano prospettato guadagni notevoli, e non ho mai saputo se le cifre ventilate corrispondessero a verita'. Anche in quel caso si trattava comunque di un "fisso" non meglio quantificato e di una "commissione" (ci sono monitor qui da noi che arrivano anche a...".
    Ecco, questo e' quel che non mi piace della situazione lavorativa italiana: l'indeterminatezza anche nelle cose che dovrebbero essere specificate nei dettagli. Perche' e'del tutto NORMALE sapere quel che si guadagnera' , per quanto a lungo, e per fare cosa.
    Come e' del tutto normale essere pagati regolarmente, e non a seconda delle necessita' dell'azienda o dell'amministrazione locale.
    In tutti i paesi normali quando si risponde ad una inserzione si sa gia' quanto si guadagnerebbe ricoprendo quella particolare mansione, almeno orientativamente (stipendio compreso tra..e... a seconda dell' esperienza)
    Comunque, quando parlai loro onestamente dell'ipotesi di un lavoro all' estero smisero di considerarmi una persona per cui valesse la pena di investire in "formazione" (per la cronaca: costai loro zero lire, e qualche fotocopia). in bocca al lupo anche a te!

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  7. come forse si intuisce dal nome, anche io sono partita. la mia esperienza fuori, peró sta per concludersi. ieri ho saputo che il controatto che speravo arrivasse nei patri confini é arrivato. certo, sono solo due anni. certo, nessuno mi puó assicurare niente. ma al di lá che andró in un posto che per la mia disciplina é di ottimo livello, mi piace pensare di poter offrire ad altre persone, quello che a me é stato offerto ed insegnato da persone che hanno resistito, nonostante i tagli finanziari e le frustrazioni che nel nostro paese pare non possano mancare...
    non voglio essere idealistá, né bacchettona. ma alla fine non sta a noi cercare di cambiare le cose? a volte mi scoraggio e penso che non ci sia soluzione. ma arrendermi cosí fa troppo male.
    complimenti angelina per il tuo contratto, e non pensare che nelle mie parole ci sia un giudizio, perché davvero non ce ne é alcuno.
    buona giornata

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  8. Non sono laureato e sono ragioniere.
    Ho 34 anni e faccio il commerciale a 1000 euro circa al mese.
    Già mi sta stretta l'Italia Fascio-Berlusconiana di adesso.
    Se poi arriva la bufera economica sono fottuto.
    E se emigro cosa potrei fare:
    Il lavapiatti???
    Il puliscicessi???
    Non fraintendetemi, ho fatto tanti lavori dal manovale, all'economo, all'operaio, all'autista, al pony express, però se vado all'estero, nonostante la tentazione continua, che cacchio potrei fare, dato che un rateo ce l'ho da pagare e non per la casa???
    E per fortuna che almeno con l'inglese me la cavo, oltre a parlare un tedesco da Tarzan (io fare, io andare)...
    Mi sa che oltre che come commento, lo faccio diventare post.

    Maobao

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  9. Il link sulla homepage incoraggia la discussione, e questo mi fa molto piacere. Voglio dunque aggiungere alcuni punti:
    a)io non sono dell'idea che tutti debbano andare all'estero a trovare l'eldorado (e spero di non essere stata fraintesa su questo punto). Penso invece che un'esperienza all'estero faccia bene (anche solo per allargare gli orizzonti) e che sia indispensabile almeno per le discipline scientifiche. In ogni caso la decisione non e' facile.
    b)io penso che in Italia la tutela del lavoro sia pari a zero (e ce lo dimostra un dato su tutti: quello delle morti bianche). Penso anche che questo sia uno scandalo, e che in fondo basterebbero alcune misure correttive per migliorare un po' le cose (il governo Prodi stava timidamente andando in quella direzione; l'attuale ha fatto marcia indietro, prontamente sostenuto da confindustria).
    c)una delle cose che l'esperienza all'estero ci dona e' la consapevolezza del profondo e irrimediabile provincialismo di tante italiche cose: l'ossequio francamente eccessivo tributato ai professori, per esempio; o l'assoluta e vergognosa inadeguatezza dell'insegnamento delle lingue straniere; o l'inutilita' oltre che la assoluta ingiustizia di lunghissimi periodi di "gavetta" (ovviamente non retribuita) presso dipartimenti/istituti/uffici in attesa di stabilizzazioni che non arriveranno mai; o il fatto che tali periodi di "volontariato"siano troppo spesso merce di scambio per politicanti di infimo conio.
    d)chi resta o torna in Italia ha tutta la mia stima; io amo il mio paese ma credo di avere tutto il diritto di criticarlo, specialmente in periodi di gestione irresponsabile della cosa pubblica come quello presente.

    Buona giornata

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  10. critica e critichiamo perchè non è giusto che un ministro ci venga a dire che i precari nella ricerca sono poche migliaia: per lui sono precari i tempi determinati e chi è co.co.co. e co.co.pro. da anni non esite...solo perchè ufficialmente è preso per partecipare a un progetto che poi si concluderà.
    Una che con l'acqua alla gola cerca di restere...
    ma sta per mollare!!!

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  11. Tra pochi mesi decidero` se continuare con l'accademia italiana o cambiare radicalmente lavoro. Nel caso decidessi per il secondo caso ho pero` intenzione di uscirne col botto e cioe` con una bella denuncia allla magistratura ordinaria. Non metteranno mai in galera i vari baroni ma almeno gli faro` prendere un bel po` di strizza...

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  12. Anche io sono padre di una ragazza già in possesso della laurea triennale ed in procinto di arrivare a quella quinquennale. Ebbene sono rattristato al pensiero che una mente sveglia, pronta e piena di entusiasmo per ciò che studia, così come lo è quella di tanti altri giovani, debba essere costretta ad uscire dai confini nazionali per ottenere il giusto compenso sia retributivo ma soprattutto riconoscitivo dei suoi meriti. Si pensa ad azioni puramente dimostrative tese a salvare il buon nome delll'Italia salvando, appunto, banche e società private mentre non si considera affatto che tale opera di salvataggio sarebbe veramente utile se tesa allo sfruttamento di intelligenze giovani e pronte a rinnovare la nostra vecchia società. Ma dire queste cose agli attuali governanti significa sprecare fiato. Forse un giorno per stare in compagnia di mia figlia dovrò raggiungere un Paese lontano, ma quanto sarebbe giusto se tale viaggio fosse l'esito di una scelta e non di una costrizione!
    Francesco

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  13. ti posso chiedere qualche link?!? Grazie e scusa.

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  14. Uno,

    questi sono solo dei piccoli esempi, ovviamente dipende dal campo cui siete interessati. Il primo e' un sito che si occupa di posizioni vacanti in generale in campo scientifico in Olanda, il secondo e' piu' specifico per le neuroscienze, il terzo e' quello del centro tumori di Amsterdam.

    http://www.academictransfer.nl/vacaturebank/zoeken/index.cfm?fuseaction=bladeren

    http://fens.mdc-berlin.de/jobs/

    http://www.nki.nl/Research/Career/Vacancies/Graduate+Students/default.htm


    Potete sempre cercare per Universita' che so, la Erasmus University di Rotterdam, o qualche universita' negli States, o in Inghilterra. Ma e' sempre meglio cercare per campo/disciplina, magari con un occhio agli istituti da dove sono uscite le pubblicazioni che capita di leggere. Alle volte capita di cliccare su un certo sito e trovare una lista di vacancies.
    Io ho trovato la mia inserzione sul secondo sito, per esempio.

    In bocca al lupo

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  15. Dai un' occhiata anche a questo sito

    http://www.bioscience.org/urllists/jobs.htm

    ciao

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  16. Grazie! :o) gliele ho girate sul suo blog :http://rigenerationx.blogspot.com/

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  17. cara
    giusto oggi, 15 ottobre, "festeggio" i miei primi 7 anni di co.co.co., senza tutela, senza ferie, senza malattie, senza prospettive per il futuro...

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  18. Ciao Mari,
    appunto. Professionalita' usate (perche' servono, eccome se servono) e tuttavia non riconosciute. Trattate a pesci in faccia. Ovviamente non conosco il tuo caso nel dettaglio, ma ti racconto di quello di una mia amica, che lavora da una vita in un ufficio dipendente dalla Provincia. Anche lei di anno in anno deve fare i conti con i "non so, forse ci stabilizzano, ma non e' sicuro"... Zero tutele, of course. Pero' lei e le sue colleghe lavorano, eccome se lavorano. E ovviamente aspettano che il potente di turno faccia qualcosa. E questo pendolo, almeno dalla mie parti muove voti, tanti voti.
    Oppure ti potrei raccontare il caso di un ufficio, cui mia madre affitta un appartamento. L'ufficio dipende dalla Regione, nel senso che le loro spese sono a carico della Regione. Che non solo non paga l'affitto, ma neanche gli stipendi della gente che ci lavora... Salvo ovviamente pagare profumatamente consulenze esorbitanti agli amici (e meno male che ogni tanto finiscono sui giornali).

    Un abbraccio e in bocca al lupo

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  19. figuriamoci adesso cosa succederà. Poveri figli miei!!!! in bocca al lupo a te angelina.

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  20. Ciao Fiorella, grazie e in bocca al lupo anche a voi!

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