giovedì 11 dicembre 2008

Frittate mafiose

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E’ da un po’ che ci provano, anni, a ben vedere.  Ne parlano, infilano un commento qui, poi smentiscono, poi chiedono “collaborazione”, poi fanno gli offesi che con questa sinistra non possono lavorare. Accusano la sinistra di avere una questione morale da risolvere (un po’ come il bue che dice cornuto all’asino, a ben vedere). E invocano le mani libere, nel nome del popolo sovrano che li ha eletti, manco se il voto fosse un assegno in bianco.

La tecnica va sotto il  nome di “rivoltare la frittata”.

La riforma della giustizia e’ indispensabile, dicono, perche’ i cittadini devono aspettare anni per vedersi riconosciuta un po’ di giustizia, i processi durano decenni, i malfattori sono fuori dopo due giorni, etc etc etc. Tutte cose verissime, ma che non c’entrano un tubo con quella parte del progetto eversivo che fu, molto tempo fa, della P2 di Gelli (quello che ora appare in TV a dare la sua versione della storia italiana): la separazione delle carriere. Provate a chiedere al vicino di casa e vedete se vi sa dare una spiegazione che sia una (non uno slogan preconfezionato) del perche’ questo avrebbe influenza sui citati problemi della giustizia. Ne ha scritto oggi assai bene Ezio Mauro su Repubblica (http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/giustizia-4/commento-mauro/commento-mauro.html).  

Il fatto e’ che l’indipendenza della magistratura, sancita dalla Costituzione,  a certuni da’ fastidio. E non voglio difendere la magistratura nelle sue manifestazioni di becera inefficienza in questi giorni sotto gli occhi di tutti.

Voglio riflettere sul fatto che se il costituente ha sancito l’indipendenza  della magistratura dal potere politico un motivo ci sara’ stato.

Pensiamo per esempio al regime degli ayatollah: nacque come rivoluzione islamica, per restaurare la giustizia e rovesciare il tiranno, accusato di essere il burattino degli Stati Uniti; e uno dei primissimi provvedimenti del nuovo governo fu quello di istituire le corti islamiche, che mandarono a morte senza troppi complimenti tutti gli oppositori che capitavano a tiro, ovviamente in nome di Allah e del popolo sovrano che quell’assegno in bianco aveva firmato. Via i vecchi tribunali, via qualsiasi garanzia di giustizia, dentro i nuovi giudici, piovuti dal cielo. Con i risultati che tutti conosciamo.

In Italia la magistratura e’ stata creata indipendente proprio per evitare qualunque tipo di controllo politico su di essa.

 Immaginiamo ora per un attimo un mafioso che, per investitura popolare, diventi senatore,  e magari poi ministro. Non e’ uno scenario impensabile (lo sarebbe solo in un paese normale, e l’Italia ha ormai rinunciato a questo tipo di normalita’). Esistono diversi parlamentari con la fedina penale non proprio immacolata, e sappiamo anche che noti mafiosi sono stati definiti eroi da membri del parlamento che dal canto loro avevano avuto seri problemi con la giustizia, nonche’ dall’attuale presidente del consiglio, che questa volta non si e’ neanche disturbato a smentire. Eminenti membri dell’attuale governo ci spiegano che per rendere la giustizia migliore, dunque nell’interesse dei cittadini, le carriere devono essere separate;  essendo inoltre cosi’ tanti i reati commessi sara’ il governo a  formulare una sorta di lista delle urgenze, ad uso e consumo dei pubblici ministeri. I pubblici ministeri non sarebbero piu’ parte della stessa magistratura, ma diventerebbero un corpo a parte, presumibilmente sotto diretto controllo del governo. Poniamo dunque il caso che  il ministro Tal dei Tali avesse a cuore i risultati elettorali  di un certo collegio in Mafialandia, collegio che sostiene il suo governo, e quindi anche lui, con un cospicuo numero di voti. Supponiamo che alcuni eminenti candidati di quel collegio avessero qualche problemuccio di collusioni malavitose e che vi fossero delle indagini in corso. In un paese normale il pubblico ministero potrebbe e dovrebbe procedere contro di loro. Ma cosa succederebbe se ,  per caso, le priorita’ segnalategli dal ministro fossero altre?  I rumeni, per esempio, o i cinesi.  Giureremmo sull’imparzialita’ di quel ministro o saremmo invece indotti a sospettare che Tal dei Tali abbia formulato una lista di priorita’ per  suo esclusivo interesse? E in una ipotetica consultazione popolare sull’argomento, come voterebbero, secondo voi, i mafiosi di Mafialandia?

11 commenti:

  1. ci sono alcuni punti fermi nella nostra Costituzione per quanto riguarda la giustizia : l'eguagluanza di ogni cittadino di fronte alla legge, l'indipendenza della magistratura dal potere politico e l'obbligatorietà dell'azione penale. Una forza politica che volesse sovvertire l'impianto della nostra democrazia così come la vollero i costituenti dovrebbe intaccare questi principi. Ed è quello che stanno facendo.

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  2. è proprio quello che stanno facendo :-( e l'opposizione dov'è ??? :-(

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  3. Cara Stella, non so dove sia l' opposizione. Credo che esista, da qualche parte. Pero' mi piacerebbe sentirla. Mi piacerebbe che qualcuno di loro fosse in grado di dire, a microfoni aperti e a voce alta, che questa riforma sarebbe un regalo alla criminalita', oltre che la tomba della democrazia.

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  4. inutile ormai rapportarci a questo o a quello, tantomeno all'opposizione che, grazie a strategie finissime, è stata messa in condizione di non nuocere, anzi di non muoversi proprio che qualsiasi mossa le si ritorce contro. Questa gente ha giocato con noi una lunga partita a scacchi, ma lo sapeva solo lei, cosi metterci in scacco matto non è stato poi neanche tanto difficile. E ora, liberi da qualsiasi vincolo, stanno imponendoci tutto quello che più gli preme per arrivare a non oso pensare quale fine, ma sicuramente non a beneficio del Paese.
    Lasciamo stare qualsiasi discorso, bisogna ricominciare tutto daccapo, bisogna svegliarci dal torpore e ricominciare di nuovo a strillare, ad occupare le piazze, a fare da soli insomma, perchè tali siamo ora!

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  5. La magistratura in questi decenni è stata un potere conservatore, salvo alcune eccezioni.
    Ha cavalcato la disuguaglianza tra i cittadini, perseguendo i poveracci.
    Non ha perseguito i potenti (salvo la parentesi di tangentopoli).
    Non ha mai voluto né accettato controlli.
    E - aggiungo io - in gran parte è pure incapace.
    Non ho alcuna simpatia per il centro-destra, ma il centro-sinistra che difende la magistratura e i suoi "orpelli" non mi piace per niente.
    P.S.: aggiungo che chi "tocca" la magistratura corre grossi rischi, e questo non è da paese democratico, ma da dittatura sudamericana.

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  6. Pare che Napolitano, dall'alto del Colle, abbia appena tuonato: "Giu le mani dalla Carta Costituzionale !"
    Sperem...

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  7. eeeehhhhh.. chi è che l'ha svegliato??? ;-)

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  8. Buongiorno!
    @ stella: beh, di questi tempi mi viziano, con l'HP! :-)
    @ raspa: mi fa piacere che Napolitano abbia tuonato, del resto e' il suo mestiere. Non so se si possa far da soli, ma mi presterei volentieri ad occupare le piazze, se solo fossi in Italia. Mi sento un po' in colpa da questo punto di vista...
    @ Aquila:il fatto che la magistratura abbia commesso errori non puo' e non deve avere niente a che vedere con la sua indipendenza: l'indipendenza della magistratura e' una garanzia mia e tua, prima che loro (per quello parlavo delle corti islamiche). Berlusconi sta da ormai molto tempo tentando di distruggere la magistratura, e non mi pare abbia corso grossi rischi (almeno non dopo tutte le leggi ad personam che si e' fatto). La mia opinione e' che voglia alimentare il malcontento in vista di un referendum costituzionale. Ribadisco: un bel regalo alla mafia e a tutte le altre organizzazioni criminali. A me e a te non entrerebbe in tasca nulla: chi pensa che questa immondizia sia la panacea dei mali della giustizia e' un po' come quel tale che si castra per fare dispetto alla moglie. Stiamo attenti a non cadere nell'ennesimo tranello: la brace in questo caso puo' essere molto ma molto peggio della padella.

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  9. Sulla riforma della giustizia: non so se questa mia opinione sia un po' giacobina, ma credo che in un paese normale il contrasto tra giustizia e potere politico non sarebbe un dramma.
    Un paese normale non solo accetterebbe ma vorrebbe che un potere autonomo giudicasse le illegalità di chi governa.
    Il fatto è che nel nostro paese il tasso di illegalità del potere politico è altissimo e gravissimo.
    Per una volta non mi riferisco al berlusconismo. Bisogna partire da molto lontano: il processo del 1974 alla Rosa dei Venti (Padova, giudice Tamburino) e poi a seguire tutte le "deviazioni" dei Servizi Segreti, lo stragismo e le compromissioni delle istituzioni, la protezione dei colpevoli (ci sono sentenze definitive), la P2, il caso Sindona con l'omicidio Ambrosoli, il caso Calvi, i rapporti tra politica e mafia, la banda della Magliana (il personaggio del "Vecchio" nel romanzo di De Cataldo non è inventato). Poi Tangentopoli, il caso Abu Omar, e si potrebbe continuare.
    I poteri illegali (ma nel cuore delle istituzioni) da molto tempo fanno la guerra alla magistratura. Con l'aiuto di non pochi giornalisti amici come i tanti agenti Betulla ancora in attività.
    Il nostro sistema politico e soprattutto istituzionale affonda le sue radici nella illegalità. Perché non dovrebbe esserci tensione tra giudici e politica? Il problema però è che ora la mediocrità della magistratura (colpa di chi ha previlegiato il corporativismo e non la qualità del servizio giustizia) è ben chiara all'opinione pubblica che ha ormai dimenticato i fatti che ricordavo prima. Se ci sarà un referendum, i promotori della riforma lo vinceranno. Come dice oggi G. Zagrebelski, se la giustizia non funziona non può essere responsabilità di tutti tranne che dei magistrati. Che però non hanno mai fatto una vera autocritica, hanno trasformato l'ANM in un sindacato autoreferenziale e producono, non solo per colpa delle leggi, una giustizia capricciosa e inaffidabile. Di modo che la magistratura arriva a questo decisivo esame nelle condizioni peggiori. Non ci si può meravigliare se qualcuno ha deciso di darle il colpo di grazia.
    Temo che sia tardi per rimediare.

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  10. Sergio, condivido la tua descrizione della situazione. Io spero che non si arrivi al referendum costituzionale. Temo guai seri, e credo valga almeno la pena di parlarne, finche' si puo'.

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