domenica 10 maggio 2009

Quando essere di sinistra fa figo...

E' da un po' di giorni che medito questo post, dunque e' venuto il momento di prendere la penna virtuale.

Leggo spesso Micromega, e mi sono imbattuta in un articolo di Flores d'Arcais a proposito di una piscina di Bergamo dove e' stata introdotta un'ora di nuoto "col velo islamico". L' articolo lo trovate a questo link, insieme ai commenti:

http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-piscina-col-velo-islamico-ovvero-la-santa-alleanza-dei-clericalismi/

La tesi dell' articolo e' piu' o meno questa: la piscina e' di proprieta' della Curia, e la decisione di riservare un'ora alla settimana al nuoto "islamicamente corretto" dimostra la sudditanza della convivenza civile al clericalismo, che anzi in questo caso si manifesterebbe come alleanza di ben due clericalismi, quello cattolico e quello islamico.

Ora, a me sembra che ogni tanto pur di fare quelli di sinistra "fighi" si concedano argomenti facili a quelli che ce l' hanno duro (il cervello, non quello che pensano loro) e che in questi giorni stanno insozzando le pagine di cronaca con le loro oscene proposte razziste. La "ggente" abbocca, e poi succede quello che racconta Marino in Perseoblog, e da un giorno all' altro passiamo dall' essere un paese civile ad un paese cosi'. Pero' noi intanto facciamo quelli di sinistra fighi che il clericarismo ci fa schifo.

Non so se Flores ha mai messo piede in una piscina durante un'ora riservata alle donne, ma devo desumere di no. Io l'ho fatto. Qui ad Amsterdam tutte le piscine hanno almeno un'ora riservata alle donne. Come hanno ore riservate ai disabili, ai bambini, agli adulti al di sopra dei 16 anni, o a quelli che preferiscono fare il bagno nudi. Sono andata in piscina perche' non ho mai veramente imparato a nuotare, e cosi' non mi posso godere in pace i fondali marini, e neanche mi posso permettere di finire per sbaglio in un canale senza preoccuparmi delle conseguenze. La piscina piu' vicina a casa mia aveva una lezione proprio all'ora che serviva a me, di sera e non troppo tardi. E si trattava proprio dell' ora riservata alle donne, con personale esclusivamente femminile. Qui la chiamano semplicemente ora di nuoto riservata alle donne. E visto che per imparare a nuotare decentemente non fa alcuna differenza essere circondati da donne piuttosto che da uomini, ho deciso e mi sono iscritta. Quasi sicuramente ero l' unica non islamica, a parte l' istruttrice, ma onestamente non ho chiesto, ne' qualcuno me lo ha chiesto quando mi sono iscritta. Arrivavamo tutte puntuali, alcune intabbarrate in un pesante cappotto e con i capelli coperti dal "velo islamico", altre con i capelli al vento, io intabbarrata nel mio piumino, avvolta come un salame nello sciarpone di lana e con un berrettone calato molto oltre sotto le orecchie perche' faceva pure un freddo della madonna. Ci spogliavamo, infreddolite e cellulitiche, ci infilavamo sotto la doccia, e poi via nell'acqua riscaldata della piscina. Non ho visto un solo burkini. Una sola delle signore nuotava con una specie di cuffia e dei mutandoni uguali precisi a quelli che usava mia nonna. Una ragazza aveva sempre una specie di fuseaux sotto al costume. Un'altra aveva un bikini minuscolo. Le altre dei normalissimi costumi da bagno. Alla fine della lezione andavamo di nuovo sotto la doccia, poi ad asciugarci i capelli e a rivestirci, ognuna a modo suo. Non ho mai visto uomini con aspetto truce che aspettavano qualcuna di noi alla fine dell'ora di nuoto.

Non ho mai avuto la sensazione che qualcuno stesse ledendo i miei diritti di donna non islamica, o mi stesse ghettizzando. Ne' credo che alcuna di loro pretendesse di condividere la piscina solo con donne islamiche, in costumi "islamicamente corretti".  Per me fare il bagno in presenza di uomini e' una cosa perfettamente normale, e so per certo che era lo stesso per due delle mie compagne di lezione. Peraltro il corso di nuoto, per il resto noiosissimo, e' stato una bella occasione di vedere da vicino persone di una cultura un po' diversa dalla mia.

La prossima settimana inizio un altro corso, in un'altra piscina, e questa volta ci saranno anche degli uomini, e uomo sara' l'istruttore, ma non so se bianco, o nero, e di che religione. Non me ne puo' fregare di meno.

Onestamente l'atteggiamento di quelli che dicono che occorre riservare il posto in metropolitana ai milanesi non mi sembra molto diverso da quelli di certi commenti che dicono che "loro" devono accettare le nostre regole, in questo caso quello di nuotare "a modo nostro", perche' senno' chissa' dove andremo a finire, e dovremo tutte uscire con il burka, con la complicita' del vaticano.

Siamo gia' finiti alquanto male, anche se pensiamo di essere moderni e civili e non ci fa impressione vedere le ex-smutandate in Parlamento.

10 commenti:

  1. E poi cosa significa accettare le nostre regole? Quali? Quelle civili sancite dai codici? In quel caso la religione e la razza non c'entrano.

    P.S.
    In questa iniziativa non ci vedo nulla, ma prorpio nulla che ghettizzi le donne...sarà che non sono donna...però...

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  2. @angelo, io posso solo pensare che evidentemente e' piu' facile fare dei titoli come ''piscina riservata alle islamiche'' e parlare di ghettizzazione, piuttosto che scrivere ''ora riservata alle donne/ai disabili/ai bambini/agli anziani''. Vende di piu' anche tra quelli di sinistra. Il problema e' che aiuta la causa della destra, perche' offre un pretesto, la presunta ghettizzazione delle donne, alla causa della lotta contro l'invasore che non si vuole adeguare. Se ti va puoi lasciare un commento sul loro sito.

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  3. uhmmm... io credo - ma posso tranquillamente sbagliare - che per le donne islamiche possa essere "sconveniente" fare il bagno in piscina assieme agli uomini.. no?? mi fa una gran meraviglia però che la curia -di bergamo per giunta - sia così "aperta".. bah.. forse non ho capito granchè..

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  4. Stella, io credo che tu abbia ragione. Per le donne di religione islamica, certamente per le piu' anziane, e'sconveniente. Ma una cosa e' dire che si tratta di un'ora riservata al nuoto islamicamente corretto, e magari mettere la foto di una ragazza in burkini; un'altra dire che si tratta di un'ora riservata alle donne. Del resto io ricordo benissimo che una delle mie nonne considerava il costume da bagno una cosa dell'altro mondo, figuriamoci fare il bagno in presenza di un uomo, e non era neanche molto tempo fa. La curia ha probabilmente fatto quel che farebbe qualsiasi privato: adeguarsi alla domanda. Nella cultura islamica il bagno e' anche un momento sociale, e infatti quello era per le mie compagne di corso: un'occasione per socializzare e magari conversare nella loro lingua madre per un po'. Personalmente non ci vedo niente di strano, ne'di potenzialmente "pericoloso" per la nostra "cultura".

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  5. è che le culture differenti ci fanno paura...per come la vedo io in questo momento ci fa paura qualunque tipo di cultura.

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  6. Rape, hai proprio ragione. Abbiamo cosi' tanta paura che invece di goderci la bellezza della diversita' ci istighiamo a vicenda all'odio verso gli altri, e non ce ne rendiamo neanche conto...

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  7. pienamente e laicamente d'accordo!

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  8. e poi basta con ' ste regole, se la diano loro una regolata... 'sti tromboni!
    Siamo quasi al fascismo e starnazzano con le regole. Ma vaffa...

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  9. Nell'affrontare le cosiddette "diversità" ci sono due potenziali approcci: quello di "forzare" e quello di "lasciar fare".

    Per "forzare" intendo il creare regole per garantire ai "diversi" degli spazi che potenzialmente non sarebbero loro concessi: un'ora per le islamiche in piscina, una quota rosa in Parlamento o in un'azienda, etc.

    Per "lasciar fare" invece intendo lavorare per fare in modo che le diversità siano semplicemente non considerate come un handicap ma come una caratteristica indifferente. Chi si sognerebbe mai di riservare in palestra un'ora ai biondi oppure a chi ha gli occhi chiari?

    Entrambi i metodi hanno il loro vantaggi e svantaggi: nel primo si può cadere facilmente nella ghettizzazione dei diversi (vi ricordate le classi speciali per gli immigrati?) nella seconda invece si rischia di lasciare campo libero alle maggioranze che potrebbero egemonizzare le risorse non lasciando spazio alle minoranze.

    Ovvio che in una società immatura si propenderà per la prima soluzione, in una società più aperta e tollerante non ci sarà bisogno di alcuna forzatura, il nero ed il giallo, il cristiano, l'ateo o l'islamico saranno semplicemente parte di "noi" di un tutto indistinguibile.

    Noi siamo indietro, molto indietro....
    Anzi, stiamo facendo come i gamberi.

    ---Alex

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  10. @alex, bentornato. Vero, siamo una societa' in involuzione.
    quello che mi stranizza e' che persone che ci aspetteremmo essere piu' avvertite e di piu' larghe vedute siano alla fine non cosi' diverse dalla ''massa'' che vota lega. Che cioe' non vedano una cosa molto evidente: cioe' che riservare un'ora alle donne consente ad alcune di loro, che magari in piscina altrimenti non avrebbero mai messo piede, di avere un'ora da investire su se stesse, invece che, per esempio, sulle faccende domestiche; e che alla fine questo e' tanto di guadagnato per tutti/e. Non fosse altro che perche' i loro figli cresceranno con l' idea che e' normale che mamma abbia anche le sue cosa da fare e che riservi del tempo per se.

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