giovedì 3 settembre 2009

Questa e'mafia, anche se facciamo finta di no.

Ho appena letto che Boffo si e' dimesso.  La prima vittima e' stata fatta.  Queste cose mi fanno molto incazzare.

Avevo in mente di postare solo un'altra cosa, e lo faccio subito. Ma prima voglio scrivere, per quello che vale, che mi sento solidale con uno che neanche conosco, e che dirige un giornale che io di solito non leggo, forse sbagliando, perche' e'il giornale dei sottanoni.  Sono solidale perche' quel che e' stato fatto a lui era gia' stato fatto, e probabilmente sara' fatto in futuro anche ad altri.  Se ne sono accorti pure in Europa da un bel pezzo, e ci disprezzano,  a ragione.  In Italia avere la schiena dritta sta diventando sbagliato.  Chi osa dire la verita' paga. Come con la mafia. Perche' questa, signori, e' MAFIA. Anche se la chiamiamo in modo diverso e pensiamo che la mafia stia solo in qualche paesino dell'entroterra siciliano.

 

Adesso posto quel che avevo in mente, ovvero il commento di Ida Dominijanni sul Manifesto di oggi. Sottoscrivo anche le virgole. Buona lettura.


L'onore ferito del premier  



 

 


Il premier e la sua corte hanno un'idea precisa di dove deve stare una donna e di come la si possa "utilizzare". Se una, due, cinque, cinquanta, cinquantamila in quel posto non ci stanno sono guai. Per lui.





Concita De Gregorio, Natalia Lombardo, Federica Fantozzi, Maria Novella Oppo, Silvia Ballestra. Sono tutte donne le colleghe e amiche dell'Unità citate per danni dal presidente del consiglio per "lesa dignità". E' un caso e non lo è. Perché fin dall'inizio dell'affaire che lo sta coprendo di ridicolo, in Italia e nel mondo, sono soprattutto donne, a partire da Veronica Lario, quelle che si sono prese la libertà di dire "vedo" di fronte al poker delle sue performance da "vero uomo". Vedo e non credo. 
Basta questo per mandare in briciole il mito del grande seduttore a cui nessuna resiste. Vediamo, non crediamo, resistiamo. La libertà di stampa brucia. Se è libertà femminile brucia il doppio, perché per un vero uomo è doppiamente insopportabile. Lesiva non della sua dignità ma del suo narcisismo. E va doppiamente punita. 
Come è stato per Veronica, data per "nervosa" («capita talvolta alle donne di essere un po' nervose», commentò suo marito: questione ormonale), inaffidabile e manipolabile, e triturata dalla stampa del principe come "velina ingrata" (quel gentiluomo di Feltri) nonché moglie infedele. Com'è stato per Patrizia D'Addario, manovrata e pagata da chissà chi. Com'è stato per altre che si sono impicciate di altri affari del premier, a cominciare da Nicoletta Gandus, giudice sul caso Mills (qualcuno ricorda la faccia di Ghedini in tv mentre commentava la sua sentenza?). 
Il premier e la sua corte hanno un'idea precisa di dove deve stare una donna e di come la si possa "utilizzare". Se una, due, cinque, cinquanta, cinquantamila in quel posto non ci stanno sono guai. Per lui, perché questo è l'ennesimo segnale di dove sia finito il mitico fiuto di Silvio Berlusconi che pareva metterlo sempre dalla parte del senso comune. In quel posto non ci stiamo, il senso comune stavolta dice questo. Il fiuto del grande comunicatore è svaporato.
Fa davvero piacere vedere il premier riconciliato con le virtù di quella giustizia che per anni ha denigrato, appellarsi pieno di fiducia a quegli stessi magistrati per i quali un tempo invocava test attitudinali e prove di stabilità psicologica. Aveva ragione. Ci vuole effettivamente molto equilibrio per decidere di questioni tipo questa: Luciana Littizzetto avrà leso o no l'onore del premier con le sue battute "sull'utilizzo di speciali accorgimenti contro l'impotenza sessuale"? Avrà leso o no «la sua identità personale presentando l'onorevole Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione»? Non invidiamo i magistrati, e nemmeno i periti di parte. Neanche per sorridere indagheremmo mai su quel "di certo": non ci serve. Di certo, quando un "vero uomo" mette sul tavolo l'evidenza letterale della sua potenza, è perché traballa quella simbolica. 
Silvio Berlusconi è di certo un "vero uomo", di quelli che affidano alla mascherata sessuale la certificazione della loro misura. Altrettanto di certo è un uomo politico finito: nella miseria, nella rabbia, nella dismisura.


 

 

7 commenti:

  1. ciao angelina...estate e inverno ,un'incazzatura costante.Finirà mai???

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  2. Ciao Rape: non lo so, lo spero. In verita'sarebbe anche ora... :-(

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  3. Fin dove tutto questo potere arriverà?
    Ci DEVE essere una fine...prima o poi!

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  4. Bel post!

    Ora tocca anche dispiacersi per le dimissioni di Boffo...ma ci rendiamo conto? E chi saranno i prossimi? Sono d'accordo con l'analisi della Dominijanni...queste reazioni volente sono un chiaro segnale di debolezza.

    @bianca: Una fine ci sarà...e se continua così...sprero arrivi presto!

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  5. @Bianca: si', ci deve essere
    @Angelo: per debole e'debole, gli si legge in faccia. Il problema e'che lui NON e' un politico come tutti gli altri, e quindi sara' difficile convincerlo alle dimissioni, che coinciderebbe con l'inizio di nuovi guai giudiziari.

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  6. Dobbiamo ringraziare soprattutto Bettino Craxi, che dio l'abbia in gloria, che ci ha fatto questo bel regalo. Se non fosse stato per lui, il conducator starebbe ancora a cantare sulle navi da crociera.

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  7. Certo Guido: Craxi ci/gli ha fatto un bel regalino, lautamente ricompensato dal nostro, ovviamente.

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